martedì 3 maggio 2011

Concorso Peacerama


Prende il via il concorso Peacerama dedicato alla Pace, ai Diritti Umani e ai temi sociali in generale, organizzato all'interno del progetto Peacerama - Work For The Future Is Now dal gruppo promotore.
La partecipazione è gratuita e aperta a tutti e destinato ad opere inedite che rientrano nelle categorie del concorso.
Ogni autore può partecipare al concorso presentando una sola opera a categoria, inedita e in lingua italiana. Non sono ammessi lavori collettivi e l’opera che riveli imitazioni o plagio è immediatamente esclusa dal Premio.
La scadenza del concorso è prevista per il 20/10/2011 ore 12:00.

Dettagli

L'opera prodotta deve trattare i temi cardine del progetto:
  • Pace,
  • Diritti Umani,
  • Volontariato,
  • Razzismo,
  • Diversità Culturale, sociale, di genere,
  • Tolleranza
  • Altri temi sociali (fermo restando la conferma da parte degli organizzatori che devono essere preventivamente avvisati via e-mail)
Non sono previste limitazioni per la lunghezza e/o formattazione delle opere inviate.

Il concorso prevede due categorie:
  • Narrativa:
    • Articoli
    • Racconti
    • Fumetti
  • Media:
    • Foto
    • Video
Le opere devono essere inviate entro e non oltre le ore 12:00 del 20/10/2011 (farà fede l'orario della e-mail) all'indirizzo: Info@peacerama.eu indicando nell'oggetto la categoria e la sottocategoria del concorso.
Unitamente alla ricezione dell'opera occorre allegare il modulo "Consenso alla pubblicazione" e il modulo di iscrizione.
Il modulo "Consenso alla pubblicazione" deve essere inviato in originale all'indirizzo:

H.R.Y.O. - Human Rights Youth Organization
Via M 11 n° 13/7
90046 Monreale (PA)

La mancata ricezione del modulo originale determina l'esclusione dal concorso.

Ulteriori dettagli per l'invio
  • Racconti e Articoli: devono essere inviati in formato modificabile (doc/ods)
  • Fumetti: inviati in formato immagine
  • Video: inviare via e-mail il link diretto a youtube o altro servizio.
Votazioni
Le votazioni si apriranno giovedì 5 e si concluderanno alle ore 12 del 31/11/2011.
Può votare chiunque attraverso il suddetto blog.
Il sistema di votazione previsto è numerico: da 1 voto minimo a 10 voto massimo.
Settimanalmente verrà aggiornata la classifico delle 3 opere più votate nelle due categorie.
Resta valida la possibilità di promuovere la propria opera e il concorso tramite social network o altri canali telematici.

Premiazione
La premiazione avverrà il 10/12/2011 durante la realizzazione del Festival della Pace che verrà organizzato a fine progetto.

I premi in palio sono:
  • Primo premio: Sacca H.R.Y.O. contenente: Maglietta Tania, Agenda dei Diritti, Flyers, Segnalibri, Dvd Human Rights In The Streets;
  • Secondo Premio: Gadget a scelta del Vincitore;
  • Terzo Premio: Gadget a scelta del Vincitore;
Per tutte le altre informazioni fare riferimento al Regolamente del Concorso 
Modulo Di Iscrizione
Consenso Alla Pubblicazione

Il concorso è organizzato all'interno del progetto Peacerama - Work For The Future Is Now, approvato nell'ambito del Programma Gioventù In Azione.
Il progetto è curato dalla H.R.Y.O. - Human Rights Youth Organization

lunedì 2 maggio 2011

Che ruolo abbiamo noi giovani nella società moderna?


di Marco Corbo
La società odierna sembra una barchetta in mezzo all’oceano della precarietà e dell’incertezza che, giorno dopo giorno diviene sempre più forte, impedendo sempre di più ai giovani di poter realizzare i propri sogni, le proprie prerogative. Da circa vent’anni la società cosiddetta “civilizzata” è in declino portando dietro di se una scabrosa scia di elementi negativi, come l’ignoranza e la superficialità e dell’ignoranza, che dilaga fortemente fra i giovani tramite le televisioni nazionali e dagli esempi proposti dalle istituzioni borghesi, gettando fango sui valori e ai diritti che ogni bambina, bambino, donna, uomo, anziana e anziano gli spettano.
Le odierne politiche sviano ciò che è realmente importante per le prossime generazioni, bombardo i media con i tronisti, vallette, talk show in cui tutti sono degli opinionisti (riferito alle donne: se non si ha un bel seno e si ragiona da oca non vengono prese), bunga bunga, colf e tanti di quegli esempi basati sull’immagine, sulla volgarità, sui valori della disuguaglianza, della violenza e dell’esclusione. Ciò non fa che rendere “incapaci” di incuriosire, di pensare, di saper scegliere fra il giusto e il sbagliato, formando non più delle persone capaci di pensare, di lottare per ciò che si vuole.
Alcune persone ben note definiscono le ragazze e i ragazzi dei mammoni e bamboccioni poiché è divenuta un’ impresa se non una vera e propria crociata, cercare un posto di lavoro che si possa definire a regola, a tempo indeterminato o comunque che abbia delle condizioni umane e poter per chi lo desidera crearsi una famiglia. Senza parlare di quello che bisogna fare per trovare una casa in quanto i prezzi o gli affitti sono veramente alti che non si potrebbero acquistare per tutto l’oro del mondo.
Il ruolo che hanno volgarmente addossato alle future generazioni è: soggetto prettamente non economico, poiché non producono reddito. E’ il momento che ogni ragazza e ragazzo sia libera e libero di condurre una vita piena di sogni e speranze, lottando, scendendo nelle piazze, aggregandosi con le loro similitudini e differenze e riscattare il nome di persona con sogni, desideri e pensieri, demolendo questa vile e falsa per conquistare un futuro più libero e più vivibile.
Que se ne vayan todos

Gli immigrati in Italia tra paure e speranze - V D liceo classico Francesco Scaduto

I colori della gioia - di Vincenzo Scaglione

Pace - di Airam Alnilàm

domenica 1 maggio 2011

La faccia nera di Harry Potter. L’invenzione della stregoneria infantile nell’Africa contemporanea. - Di Epifania Lo Presti

Oggi voglio raccontarvi una storia, quella di Exaucee: non è proprio una favoletta, ma voglio parlarvene ugualmente.
Exaucee è un bambino di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. Non l’ho conosciuto personalmente, la sua storia mi è stata raccontata ma voglio provare ad immaginarlo. Piccolo, potrebbe avere al massimo dieci anni, gira spaesato per le strade di questa megalopoli. Un grazioso neretto, naso a patata, occhi grandi e messi in risalto dal contrasto con il colore della pelle, come se ne potrebbero vedere tanti in giro per quella città o come se ne vedono tanti, anzi troppi … Espressione sperduta, preoccupata: strano, i bambini sono lo specchio della serenità e della spensieratezza.
Continuo ad immaginare di seguirlo, si sposta a piccoli passi un po’ trascinandosi, sembra stanco. Incontra un altro gruppo di bambini, un po’ più disinvolti di lui, ma con un non so che in comune … Sarà lo stesso sguardo? Si aggrega al gruppo, ha fame, racconta di aver dormito tutta la notte fuori e di essere stato alcuni giorni a vagare senza meta. Uno dei bambini del gruppo gli indica un posto dove trovare qualcosa da mangiare e dove riposarsi, ce ne sono parecchi posti del genere, piccoli centri che accolgono e sostengono bambini come Exaucee.
Exaucee viene accolto dal ristoro di quel posto che quasi lo fa sentire tra le braccia di mamma e papà ed incontra nei giorni a seguire la dottoressa Maria Patrizia Salatiello, la stessa che mi ha raccontato questa storia. Tra un gioco e l’altro Exaucee racconta del suo girovagare, di cosa lo abbia portato in strada, senza un tetto sulla sua testa, senza una famiglia: dice di essere un bambino stregone. Lì a Kinshasa non è poi così strano sentire di storie simili, anzi è sempre più un fenomeno comune e dilagante in questi ultimi anni. A parlarne, durante l’incontro intitolato “La faccia nera di Harry Potter. L’invenzione della stregoneria infantile nell’Africa contemporanea” tenutosi in un’aula del Policlinico di Palermo, sono il dottor Alberto Sciortino, responsabile dell’organizzazione non governativa palermitana CISS- Cooperazione Internazionale Sud Sud (promotrice dell’evento), il Prof. Bruno Lapika Dimomfu, antropologo all’Università di Kinshasa e la dottoressa Maria Patrizia Salatiello, neuropsichiatra infantile che si sta occupando con il CISS delle ricerche sul fenomeno dei bambini stregoni.
Quello della stregoneria è un problema moderno, che niente ha a che vedere con quello della società tradizionale africana dove lo stregone era utile all’interno delle famiglie o nel sistema dei clan a spiegare fenomeni all’uomo incomprensibili. Oggi è un fenomeno urbano, ancora non del tutto chiaro e va a penalizzare quello che è l’anello più debole della società: il bambino.

Indipendentemente dal loro sesso, bambini dai tre ai dieci anni vengono accusati di stregoneria non appena in famiglia si verifica un evento negativo o inspiegabile razionalmente: dalla separazione dei genitori, alla morte di uno dei due, alla perdita del lavoro di qualche familiare. È un fenomeno di massa, determinato anche dalle condizioni socio-economiche delle famiglie congolesi, alle quali fa spesso comodo abbandonare i figli in strada eliminando quello che potrebbe essere un problema in più.

Sono i pastori delle Chiese evangeliche del Risveglio ad identificare questi bambini come stregoni, che nella realtà non hanno nulla di anormale. Basta poco per essere macchiati di questo appellativo: essere un po’ più curiosi, fare la pipì a letto, voler giocare in strada, avere il pancino un po’ più gonfio, voler mangiare troppo. Bambini assolutamente normali, ma con l’unica sfortuna di essere buttati in strada ed esclusi completamente dalla società.

Esiste una “cura”, qualcosa che possa far “guarire” dalla stregoneria? Per i pastori delle Chiese evangeliche del Risveglio, che vivono di questo proselitismo, una soluzione può essere quella degli esorcismi (certamente a pagamento!). E allora questi bimbi indifesi vengono lasciati nelle mani di mostri che cercheranno di liberarli della magia attraverso bagni di cera bollente o facendogli bere intrugli capaci di far vomitare le numerose persone di cui si sarebbero nutriti.

Le conseguenze di questi abbandoni sono immediate e questo tipo di traumi nei piccoli non può che provocare conseguenti abbrutimenti; tutto ciò viene maggiormente aggravato dalla difficoltà del reinserimento di questi all’interno del nucleo familiare.

E lo stato congolese cosa fa per fronteggiare il fenomeno? Proprio nulla, è totalmente lontano dal pensare di trovare una soluzione al problema. È grazie al lavoro di associazioni come il CISS o di studiosi come il professor Lapika e la dottoressa Salatiello con le loro equipe che vengono studiati e messi in evidenza fenomeni tanto brutali, senza dimenticare la società civile attenta ed impegnata.

Violenze su violenze alle quali sono sottoposti bambini colpevoli di innocenza ed ingenuità, bambini come Exaucee.

Epifania Lo Presti