domenica 1 maggio 2011

La faccia nera di Harry Potter. L’invenzione della stregoneria infantile nell’Africa contemporanea. - Di Epifania Lo Presti

Oggi voglio raccontarvi una storia, quella di Exaucee: non è proprio una favoletta, ma voglio parlarvene ugualmente.
Exaucee è un bambino di Kinshasa, capitale della Repubblica Democratica del Congo. Non l’ho conosciuto personalmente, la sua storia mi è stata raccontata ma voglio provare ad immaginarlo. Piccolo, potrebbe avere al massimo dieci anni, gira spaesato per le strade di questa megalopoli. Un grazioso neretto, naso a patata, occhi grandi e messi in risalto dal contrasto con il colore della pelle, come se ne potrebbero vedere tanti in giro per quella città o come se ne vedono tanti, anzi troppi … Espressione sperduta, preoccupata: strano, i bambini sono lo specchio della serenità e della spensieratezza.
Continuo ad immaginare di seguirlo, si sposta a piccoli passi un po’ trascinandosi, sembra stanco. Incontra un altro gruppo di bambini, un po’ più disinvolti di lui, ma con un non so che in comune … Sarà lo stesso sguardo? Si aggrega al gruppo, ha fame, racconta di aver dormito tutta la notte fuori e di essere stato alcuni giorni a vagare senza meta. Uno dei bambini del gruppo gli indica un posto dove trovare qualcosa da mangiare e dove riposarsi, ce ne sono parecchi posti del genere, piccoli centri che accolgono e sostengono bambini come Exaucee.
Exaucee viene accolto dal ristoro di quel posto che quasi lo fa sentire tra le braccia di mamma e papà ed incontra nei giorni a seguire la dottoressa Maria Patrizia Salatiello, la stessa che mi ha raccontato questa storia. Tra un gioco e l’altro Exaucee racconta del suo girovagare, di cosa lo abbia portato in strada, senza un tetto sulla sua testa, senza una famiglia: dice di essere un bambino stregone. Lì a Kinshasa non è poi così strano sentire di storie simili, anzi è sempre più un fenomeno comune e dilagante in questi ultimi anni. A parlarne, durante l’incontro intitolato “La faccia nera di Harry Potter. L’invenzione della stregoneria infantile nell’Africa contemporanea” tenutosi in un’aula del Policlinico di Palermo, sono il dottor Alberto Sciortino, responsabile dell’organizzazione non governativa palermitana CISS- Cooperazione Internazionale Sud Sud (promotrice dell’evento), il Prof. Bruno Lapika Dimomfu, antropologo all’Università di Kinshasa e la dottoressa Maria Patrizia Salatiello, neuropsichiatra infantile che si sta occupando con il CISS delle ricerche sul fenomeno dei bambini stregoni.
Quello della stregoneria è un problema moderno, che niente ha a che vedere con quello della società tradizionale africana dove lo stregone era utile all’interno delle famiglie o nel sistema dei clan a spiegare fenomeni all’uomo incomprensibili. Oggi è un fenomeno urbano, ancora non del tutto chiaro e va a penalizzare quello che è l’anello più debole della società: il bambino.

Indipendentemente dal loro sesso, bambini dai tre ai dieci anni vengono accusati di stregoneria non appena in famiglia si verifica un evento negativo o inspiegabile razionalmente: dalla separazione dei genitori, alla morte di uno dei due, alla perdita del lavoro di qualche familiare. È un fenomeno di massa, determinato anche dalle condizioni socio-economiche delle famiglie congolesi, alle quali fa spesso comodo abbandonare i figli in strada eliminando quello che potrebbe essere un problema in più.

Sono i pastori delle Chiese evangeliche del Risveglio ad identificare questi bambini come stregoni, che nella realtà non hanno nulla di anormale. Basta poco per essere macchiati di questo appellativo: essere un po’ più curiosi, fare la pipì a letto, voler giocare in strada, avere il pancino un po’ più gonfio, voler mangiare troppo. Bambini assolutamente normali, ma con l’unica sfortuna di essere buttati in strada ed esclusi completamente dalla società.

Esiste una “cura”, qualcosa che possa far “guarire” dalla stregoneria? Per i pastori delle Chiese evangeliche del Risveglio, che vivono di questo proselitismo, una soluzione può essere quella degli esorcismi (certamente a pagamento!). E allora questi bimbi indifesi vengono lasciati nelle mani di mostri che cercheranno di liberarli della magia attraverso bagni di cera bollente o facendogli bere intrugli capaci di far vomitare le numerose persone di cui si sarebbero nutriti.

Le conseguenze di questi abbandoni sono immediate e questo tipo di traumi nei piccoli non può che provocare conseguenti abbrutimenti; tutto ciò viene maggiormente aggravato dalla difficoltà del reinserimento di questi all’interno del nucleo familiare.

E lo stato congolese cosa fa per fronteggiare il fenomeno? Proprio nulla, è totalmente lontano dal pensare di trovare una soluzione al problema. È grazie al lavoro di associazioni come il CISS o di studiosi come il professor Lapika e la dottoressa Salatiello con le loro equipe che vengono studiati e messi in evidenza fenomeni tanto brutali, senza dimenticare la società civile attenta ed impegnata.

Violenze su violenze alle quali sono sottoposti bambini colpevoli di innocenza ed ingenuità, bambini come Exaucee.

Epifania Lo Presti

Nessun commento:

Posta un commento